Perché le medie imprese italiane dovrebbero interessarsi a questa tecnologia? Quali problemi operativi va a risolvere? Che innovazione può portare e dove sono i reali vantaggi? Lo scenario, le possibili applicazioni, gli impatti: ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il quantum computing è una tecnologia di frontiera che nei prossimi anni occuperà un ruolo sempre più importante nelle aziende. Le sue applicazioni, però, non sono ancora visibili nella vita di tutti i giorni ed è quindi legittimo chiedersi perché una media azienda italiana dovrebbe avvicinarsi a questi temi, se sia davvero utile e se sia il momento giusto per farlo.
Come noto, la capacità computazionale di computer e dispositivi cresce ogni anno, così come aumenta la necessità di tecniche di calcolo più efficienti per risolvere problemi sempre più complessi. Tuttavia, per alcune operazioni (per esempio le simulazioni), l’incremento della potenza computazionale tradizionale non può tenere il passo con l’esigenza di affrontare scenari sempre più ampi e articolati.
I computer quantistici rispondono proprio a questa necessità, offrendo metodi più efficienti per risolvere problemi che i super calcolatori classici trovano complicati e non sono in grado di affrontare. Oggi siamo in una fase in cui iniziamo a vedere le prime dimostrazioni delle potenzialità applicate di questa tecnologia e questo primo traguardo segna un importante cambio di paradigma.
QUANTO VALE IL MERCATO DEL QUANTUM?
Il quantum computing non è più solo un tema da laboratori bensì un fenomeno tecnologico ed economico in piena accelerazione. Alcuni studi recenti lo dimostrano.
Secondo il Quantum Technology Monitor 2025 di McKinsey, entro dieci anni il mercato di tutte le tecnologie quantistiche potrebbe valere circa 100 miliardi di dollari, con una proiezione di 198 miliardi entro il 2040. E il quantum computing è destinato a trainare questa crescita, passando dai 4 miliardi del 2024 ai 72 miliardi previsti per il 2035, con impatti significativi in settori critici come chimica, scienze della vita, finanza e mobilità. A testimoniare questo slancio, solo l’anno passato sono stati investiti quasi 2 miliardi di dollari in start-up attive nel settore, con un’impennata dei finanziamenti pubblici.
UNA TECNOLOGIA “A MISURA” DI PMI
Le medie imprese italiane non possono più permettersi di considerare il quantum computing come una tecnologia “distante” o riservata ai giganti. Al contrario, proprio la loro flessibilità operativa, la prossimità ai problemi reali e la vocazione all’innovazione di processo le rendono candidati ideali per trarre valore concreto da queste tecnologie emergenti.
Il quantum computing può incidere su problemi operativi specifici che molte PMI italiane stanno già affrontando oggi e gli ambiti nei quali questa tecnologia avrà un impatto significativo sono soprattutto i seguenti:
- Simulazioni industriali: nei settori della chimica, della farmaceutica e dei materiali avanzati, i computer quantistici possono riprodurre con precisione le interazioni molecolari (dove i computer classici risultano inefficaci) e rivoluzionare la ricerca di nuovi farmaci e materiali, riducendo anche l’impatto ambientale di alcuni processi come la sintesi dei fertilizzanti.
- Logistica e supply chain: l’ottimizzazione delle rotte di trasporto potrebbe beneficiare enormemente dal quantum computing, aiutando le imprese a trovare la configurazione ottimale e il percorso più efficiente per coprire più destinazioni.
- Applicazioni finanziarie: il quantum computing può migliorare la valutazione predittiva delle opzioni, la gestione del rischio e l’ottimizzazione dei portafogli di investimento.
Ci troviamo davanti ad un nuovo paradigma di calcolo con alcuni punti di forza già noti (per esempio quelli sopra citati) e ancora tantissime potenzialità da scoprire.
AGIRE ORA PER NON RINCORRERE DOMANI
Il quantum computing è una trasformazione già in corso, alimentata da investimenti, brevetti, regolamentazioni, nuovi modelli di sviluppo prodotto, gestione operativa e applicazioni reali. A questa rivoluzione si affianca l’evoluzione della sicurezza informatica, con l’adozione di algoritmi di crittografia post-quantistica per proteggere i sistemi classici dalle future minacce quantistiche.
Non è solo un concetto teorico, ma una tecnologia emergente con applicazioni concrete, e la storia recente dell’innovazione tecnologica ci insegna che chi arriva in anticipo su un trend emergente spesso ottiene i maggiori benefici. Per le PMI italiane, questa non è una corsa al “chi arriva primo”, ma un tema di preparazione strategica. Iniziare oggi significa farsi trovare pronti domani, significa trasformare un rischio in vantaggio competitivo e, soprattutto, costruire un rapporto attivo con un’innovazione che non aspetta nessuno.
Una prima importante domanda da porsi è se sia già il momento giusto per avvicinarsi a questa tecnologia o se sia preferibile attenderne la sua maturazione. La risposta dipende dalla propensione all’innovazione di ogni azienda.
Le realtà più avanzate, che già adottano metodi computazionali sofisticati, dovrebbero iniziare a esplorare il quantum computing per non farsi trovare impreparate quando la tecnologia raggiungerà un livello più maturo. Al contrario, aziende meno orientate all’innovazione possono attendere, ma con il rischio di rimanere indietro in un settore con un gradino d’ingresso particolarmente alto. Un aspetto chiave da considerare è la scarsità di talenti specializzati: il quantum computing ha una curva di apprendimento ripida e pochi esperti sul mercato. Ritardare troppo potrebbe rendere difficile trovare le competenze necessarie in futuro.
È doveroso a questo punto porsi una seconda domanda: “la mia azienda è pronta per l’era post-digitale?”. Le piccole e medie imprese rischiano di vivere un “quantum gap”, ovvero un divario crescente tra le possibilità offerte dalle nuove tecnologie e la capacità di recepirle.
È necessario sapere che sperimentare con il quantum computing oggi non richiede investimenti proibitivi. Piattaforme cloud come IBM Quantum, Microsoft Azure Quantum e AWS Braket consentono infatti di accedere gratuitamente (o a costi contenuti) a computer quantistici e simulatori per esplorare il potenziale della tecnologia senza grandi spese.
IL RUOLO DEI PROVIDER TECH COME AGM
Se l’obiettivo legato a qualsiasi processo di innovazione è quello di scaricare a terra, dentro i processi aziendali, le potenzialità delle nuove tecnologie, quando si parla di quantum computing il ruolo di un provider affidabile e competente diventa decisivo, proprio perché il percorso di implementazione di queste tecnologie non è semplice. Da un lato promettono risultati straordinari e miglioramenti sostanziali nelle capacità computazionali, dall’altro richiedono una solida conoscenza dei fondamenti della fisica per comprendere le reali possibilità e i risultati ottenibili.
Crediamo sia un errore pensare che il quantum possa rimpiazzare completamente i paradigmi computazionali classici. La scelta di dove e di come applicare questa tecnologia diventa quindi cruciale, soprattutto considerando che le macchine quantistiche non sono ancora pienamente mature e non possono di conseguenza operare a pieno regime. Ci troviamo infatti nel periodo noto come NISQ, acronimo di Noisy Intermediate Scale Quantum, caratterizzato da computer quantistici piccoli e ancora “rumorosi”, ovvero non sufficientemente performanti per eseguire e risolvere qualsiasi tipologia di problema computazionale.
Per un’azienda interessata ad avvicinarsi a queste tecnologie, il supporto di un tech provider è dunque fondamentale per identificare quali problemi e processi aziendali possano essere i più adatti per i primi test con il quantum computing. Una consulenza esperta, inoltre, aiuta a valutare con precisione “il quando” e “il come” investire, evitando di lanciarsi in progetti prematuri o poco efficaci.
Un altro aspetto critico da non sottovalutare, infine, sono i rischi legati all’avvento di computer quantistici abbastanza potenti da compromettere i sistemi di crittografia attuali. Nei prossimi anni, tutte le aziende che oggi utilizzano infrastrutture crittografiche dovranno migrare verso soluzioni “quantum-safe”, ovvero resistenti agli attacchi dei computer quantistici. La definizione delle corrette strategie di migrazione sarà un tema centrale per la sicurezza informatica aziendale.
Anche (o soprattutto) in questo contesto, un tech provider con competenze specifiche in ambito quantistico gioca un ruolo chiave nell’accompagnare le aziende in un percorso di innovazione, massimizzando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie computazionali.

